- 29 Marzo 2024
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Il 5 marzo 2024 è stato un giorno significativo per la tutela dei consumatori europei, grazie alla pubblicazione della Direttiva UE del 28 febbraio 2024 n. 825 sulla responsabilizzazione dei consumatori per la transizione verde. Redatta con l’obiettivo di migliorare la protezione dalle pratiche commerciali sleali e fornire un’informazione più accurata e trasparente, questa direttiva prende di mira il fenomeno del greenwashing.
Il greenwashing è una pratica di marketing utilizzata da aziende ed enti che cercano di presentare le proprie attività come ecologiche o sostenibili, mentre in realtà nascondono un impatto ambientale negativo. È una forma di disinformazione che mira a influenzare le decisioni di acquisto dei consumatori, facendo leva sull’ecologia come valore di mercato, allo scopo di distogliere l’attenzione dell’opinione pubblica dagli effetti negativi per l’ambiente delle loro attività o prodotti. Rappresenta altresì una strategia di comunicazione di certe imprese, organizzazioni o istituzioni politiche finalizzata a costruire un’immagine di sé ingannevolmente positiva sotto il profilo dell’impatto ambientale, allo scopo di distogliere l’attenzione dell’opinione pubblica dagli effetti negativi per l’ambiente delle loro attività o prodotti.
La nuova Direttiva UE 825 del 28 febbraio 2024 modifica direttamente la Direttiva 83/2011 sui diritti dei consumatori e la Direttiva 29/2005 sulle pratiche commerciali sleali. Le modifiche includono il divieto di una serie di strategie di marketing ingannevoli, tra cui:
- L’utilizzo di marchi di sostenibilità non supportati da un sistema di certificazione o regolamentati da autorità pubbliche.
- Affermazioni ambientali non supportate da evidenze concrete o limitate solo a un aspetto del prodotto o dell’attività.
- L’affermazione di un impatto neutro, ridotto o positivo sull’ambiente senza prove concrete.
- Presentare come un tratto distintivo il rispetto di requisiti imposti dalla legge per tutti i prodotti o servizi di una categoria.
- Indicazioni infondate sulla durata o riparabilità dei prodotti.
- Regolamentazione dell’uso dei marchi di sostenibilità, permettendo solo quelli basati su sistemi di certificazione approvati o creati da autorità pubbliche.
Inoltre, la direttiva vieta l’uso di indicazioni ambientali generiche prive di prove concrete, come “rispettoso dell’ambiente” o “ecologico”.
Gli Stati membri dell’Unione Europea devono recepire questa direttiva nei loro ordinamenti interni entro il 27 marzo 2026. Questo significa che presto i consumatori potranno godere di una maggiore protezione contro il greenwashing e di un’informazione più trasparente e accurata sulle pratiche commerciali sostenibili. La nuova direttiva rappresenta un passo importante verso un mercato più etico e responsabile, dove le aziende sono chiamate a essere genuine nel loro impegno per la sostenibilità ambientale.
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